hopeless wanderer ♔ brucerà nella luce rpg

Posts written by caskey

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    Trama:

    Il Drago Smaug, infuriato per il tentativo di Thorin Scudodiquercia e della sua compagnia di abbatterlo, vola fuori dal regno di Erebor, situato nella Montagna Solitaria, e attacca Pontelagolungo. Il Governatore della città tenta di fuggire portando con sé, con l'aiuto del fido Alfrid e delle guardie, tutto l'oro possibile a bordo di una barca , ma a causa dell'eccessivo peso lo stesso Alfrid viene gettato fuori dalla barca proprio dal Governatore. Nel frattempo Bard riesce a scappare dalla prigione dove era stato rinchiuso e, arrampicatosi su una torre, cerca senza successo di uccidere il drago con arco e frecce. Viene raggiunto dal figlio Bain, che ha recuperato la Freccia Nera che lo stesso padre gli chiese di custodire , prima della sua incarcerazione. Nel frattempo Smaug ha distrutto la lancia del vento e cerca di intimorire l'arciere , ma Bard con l'aiuto del figlio colpisce il drago nel punto in cui il suo antenato Girion ne aveva scalfito la corazza decenni prima, rendendo il drago vulnerabile. Colpito a morte, Smaug cade sulla barca del Governatore, uccidendo lui e le sue guardie. Una volta raggiunta l'altra riva con il resto dei sopravvisuti Alfrid, rischia di essere linciato dalla folla inferocita ma viene salvato da Bard, che prende la guida dei superstiti, conducendo tutti verso le rovine di Dale.

    I quattro Nani rimasti a Pontelagolungo prendono una barca per raggiungere i propri compagni alla Montagna Solitaria, ma prima Kíli dichiara il proprio amore all'elfa Tauriel, donando all'elfa la pietra nanica di sua madre e promettendo di tornare da lei. Tauriel viene poi raggiunta da Legolas e da un altro Elfo, che gli comunica che Thranduil l'ha bandita dal suo reame. A questo punto anche Legolas rifiuta di obbedire agli ordini del padre, e i due partono per Gundabad per inseguire l'orco Bolg. Intanto, a Erebor, Thorin contrae psicologicamente "la malattia del drago" e, colto da una bramosia insaziabile, cerca ossessivamente l'Arkengemma. Bilbo, che è in realtà riuscito a prendere la preziosa pietra a Smaug, concorda con Balin che trovare il gioiello non farebbe altro che aggravare la follia del Re. Intanto, vedendo che i sopravvissuti di Pontelagolungo hanno raggiunto Dale, Thorin ordina agli altri nani di murare l'entrata della Montagna.

    Nel frattempo l'orco Azog, in marcia segreta verso Erebor con il suo esercito, viene raggiunto dal figlio Bolg, che lo informa dell'intromissione di Legolas e Tauriel. Azog, preoccupato di un intervento militare degli elfi, invia Bolg a Gundabad per reclutare un'altra legione di Orchi. Nel frattempo, il Bianco Consiglio salva Gandalf a Dol Guldur. Qui Sauron palesa il suo piano: conquistare la Montagna Solitaria per poter, da lì, controllare tutto il Nord e rifondare il reame di Angmar, e controllare poi l'intera Terra di Mezzo. Tuttavia Galadriel riesce a scacciare dalla fortezza Sauron e i suoi Nazgul usando la Stella di Eärendil. Dopodiché Saruman rassicura Elrond del fatto che Sauron non abbia poteri senza il suo Anello, e che sarà lui ad occuparsi del Signore Oscuro. Gandalf viene quindi portato da Radagast nella dimora di quest'ultimo a Rhosgobel, e chiede all'amico stregone di informare tutte le creature animali del bosco dell'imminente guerra.

    Quando l'esercito di Thranduil arriva a Dale, questi stringe un'alleanza con Bard, visto che entrambi vantano diritti su parte del tesoro: Thranduil, infatti, rivorrebbe delle gemme che appartenevano a sua moglie, morta a Gundabad molti anni prima. Bard cerca di trattare con Thorin, ma il Nano non vuole sentire ragioni, e perciò gli Elfi, gli Uomini e i Nani si preparano alla guerra. Thorin manda in segreto un corvo ai Colli Ferrosi per avvertire suo cugino Dáin II Piediferro. Poi, confida a Bilbo che sospetta che uno dei Nani abbia preso l'Arkengemma di nascosto, e gli regala una cotta di mithril in segno della loro amicizia. Gandalf arriva a Dale, e cerca di dissuadere Thranduil e Bard dall'uso delle armi, ma Thranduil non vuole sentire ragioni. Subito dopo Bilbo abbandona la fortezza con la pietra e raggiunge l'accampamento degli Uomini e degli Elfi, consegnando l'Arkengemma a Bard, in modo da rendere Thorin meno restio alle trattative. Il giorno successivo Thranduil e Bard, con i loro rispettivi eserciti, circondano la Montagna Solitaria e chiedono a Thorin di consegnare loro quanto promesso in cambio dell'Arkengemma. Thorin declina l'offerta un'altra volta, e Bilbo, tornato alla Montagna, gli confessa che è stato lui a consegnare loro la pietra. Il Nano, infuriato, ordina ai suoi compagni di buttarlo giù dalla montagna. Al rifiuto di questi ultimi, minaccia di farlo lui stesso. Gandalf, raggiunti gli assedianti, dissuade Thorin dall'uccidere Bilbo, che, aiutato nella fuga dagli altri Nani, raggiunge lo stregone. Quando vede il corvo tornare, Thorin capisce che suo cugino Dáin è arrivato, con un esercito di circa 500 nani dai Colli Ferrosi. Dáin minaccia di caricare gli Elfi, ma in quel momento sopraggiunge l'esercito di Azog, che ordina agli Orchi di attaccare la città di Dale. Le forze del bene si coalizzano contro il nemico comune: comincia così la battaglia delle cinque armate.

    Gandalf, Bilbo, Thranduil e Bard accorrono all'interno delle rovine di Dale per difendere la città, mentre Dáin combatte con il suo esercito nella valle ai piedi della montagna, ma gli orchi sono nettamente più numerosi. Durante la battaglia Thorin rinuncia a scendere in campo in aiuto delle schiere amiche, segregando l'intera compagnia all'interno della montagna e non ascoltando i consigli da parte degli altri componenti del gruppo. Mentre si trova nella sala del trono reale arriva anche a minacciare di uccidere Dwalin, uno dei suoi nani più fidati dell'intera spedizione, che cerca di farlo ragionare. Tormentato in seguito dai sensi di colpa e dai rimproveri di Bilbo e dello stesso Dwalin sul fatto che a causa della malattia del drago egli non veda ciò che è diventato, il Re sotto la montagna torna in sé e capisce che le vite dei propri consanguinei valgono più di tutto l'oro di Erebor. Convinta l'intera compagnia a seguirlo in battaglia un'ultima volta, Thorin, accompagnato da Fíli, Kíli e Dwalin, lascia la montagna e, combattendo nella valle, il quartetto apre la strada a cavalcando degli arieti verso Collecorvo, la torre di guardia da cui Azog comanda le sue truppe, mentre gli altri Nani corrono in soccorso di Dáin e degli altri consanguinei dei Colli Ferrosi ai piedi della montagna solitaria.

    Nel frattempo arrivano Legolas e Tauriel, che avvertono Gandalf dell'imminente arrivo dell'esercito di Bolg. Gandalf informa a sua volta Thranduil, ma questi, turbato a causa delle numerose perdite, vuole ritirarsi. Bilbo decide allora di andare ad avvisare Thorin di persona, e, dopo essersi infilato di nascosto l'Anello, raggiunge i Nani a Collecorvo. Tauriel capisce le intenzioni di Thranduil e lo minaccia puntandogli contro una freccia, dicendogli che si oppone alla sua decisione di abbandonare al loro destino gli altri combattenti. Per tutta risposta, Thranduil le rompe l'arco e le punta la spada al collo. Viene fermato dall'intervento di suo figlio Legolas, che prende l'Elfa con sé per raggiungere Collecorvo.

    A Collecorvo il quartetto dei nani si separa per stanare Azog e gli altri orchi. Fíli viene presto catturato e ucciso da Azog davanti agli occhi dello zio, del fratello, di Dwalin e di Bilbo. Poi, sulla torre di guardia arriva Bolg, che, dopo aver colpito Bilbo alla testa facendogli perdere i sensi, comincia un violento duello con Tauriel, in cui aiuto accorre Kíli, che viene ucciso. Tauriel fa quindi un ultimo disperato tentativo di uccidere l'orco, gettandosi da un dirupo e trascinandolo con sé. Entrambi però sopravvivono, e proprio quando Bolg sta per ucciderla, interviene Legolas. Nel frattempo Thorin inizia a combattere contro Azog sul fiume ghiacciato di Collecorvo, ma quest'ultimo viene presto raggiunto da un altro gruppo di orchi. Il Nano sta per essere ucciso da uno di questi, ma viene salvato da Legolas, che trafigge l'orco scagliando la spada Orcrist, che lo stesso principe degli elfi silvani requisì al re dei nani a Bosco Atro. Subito dopo Legolas affronta e uccide Bolg, infilzandolo alla testa con i suoi pugnali.

    Improvvisamente arrivano sul campo di battaglia le grandi Aquile, insieme allo stregone Radagast e al mutapelle Beorn, che si trasforma in orso e fa strage di orchi. Thorin, recuperata la sua spada, continua il duello con l'orco pallido e, al termine di un duello alla pari, viene ferito mortalmente, ma con un ultimo grande sforzo riesce a ribaltare la situazione a suo favore e a uccidere finalmente il profanatore, vendicando così suo nonno Thror e suo nipote Fíli. Bilbo si risveglia appena in tempo per riconciliarsi in amicizia con il morente Thorin. Finita la battaglia, Legolas decide di non tornare con il padre. Prima di congedarsi dal figlio Thranduil gli consiglia di recarsi nelle terre del nord e unirsi a uno dei Dunedain, noto come Grampasso e figlio di Arathorn II. Tauriel, piangente sul corpo di Kíli, viene compresa e perdonata dal proprio Re, che decide di farla tornare nel Reame Boscoso con il suo popolo. Bard festeggia il risorto regno di Dale insieme alla sua famiglia e ai suoi concittadini sopravvisuti.

    Bilbo saluta i Nani superstiti e torna nella Contea in compagnia di Gandalf, il quale alla fine del viaggio riferisce allo Hobbit che è a conoscenza del fatto che abbia trovato un anello magico nelle gallerie dei Goblin, senza tuttavia conoscerne la natura. Bilbo ritorna a Casa Baggins e scopre che i suoi beni sono stati venduti all'asta e che lui è stato dato per morto. Dopo aver convinto i presenti della sua autentica identità, mostrando il lungo contratto che stipulò proprio lì a Casa Baggins con i Nani all'inizio del suo "viaggio inaspettato" tredici mesi prima, rientra finalmente a casa sano e salvo.

    Sessant'anni dopo, Gandalf bussa alla porta di Casa Baggins, dove ci si appresta a festeggiare il centoundicesimo compleanno di Bilbo, ancora in possesso dell'Unico Anello.
    CITAZIONE
    @ wikipedia

    Commento Personale:

    Purtroppo non sono riuscita ad andare al cinema il giorno stesso dell'uscita, né il fine settimana seguente, ma solo ieri. Esattamente com'era accaduto l'anno scorso per La desolazione di Smaug, ma meglio tardi che mai. Almeno non avevamo la sala piena e abbiamo potuto goderci il film senza lo scricchiolio di pop corn e il risucchio delle bevande gassate.
    Devo fare una premessa: siamo arrivate al cinema con largo anticipo, anticipo che si è sfumato completamente alla coda per i biglietti. C'era una sola cassa aperta ed era occupata da tre storditi che ci hanno impiegato un quarto d'ora (e non sto enfatizzando: quindici minuti di orologio, cronometrati) per andarsene senza avere nemmeno i biglietti. Non ho idea di cosa stessero facendo. Comunque, siamo entrate in sala appena in tempo per l'ultimo trailer e almeno non abbiamo perso l'inizio del film!
    È stato fantastico e appena cominciato già mi era salita l'amarezza al pensiero che fosse il capitolo conclusivo. Non c'è niente che non mi sia piaciuto in questo film e, come sempre, queste due ore e mezza sono completamente volate e non le ho affatto sentite.
    Mi è piaciuto tutto, anche quelle scene che non esistono nel libro. Ho amato la battaglia con Galadriel, Saruman e Gandalf (e ogni volta che Galadriel fa la posseduta mi mette sempre un po' di inquietudine: è straordinaria). Mi è piaciuto molto che anche Saruman abbia combattuto contro i Nove: è stata una toppa a quel dettaglio che non mi era piaciuto nel film precedente. Infatti mi aveva fatto un po' storcere il naso il fatto che Galadriel già sospettasse della lealtà di Saruman quando, invece, nel Signore degli Anelli il suo tradimento era una sorpresa. Quindi immagino che la presenza dello Stregone Bianco nella lotta per liberare Gandalf sia servita per cancellare ogni dubbio sulla sua lealtà, o almeno io la vedo così.
    Onestamente sto avvertendo il forte desiderio di tornare al cinema per guardarmi questo film una seconda volta. Anche Tauriel, che detesto e trovo un personaggio inutile, non è stata particolarmente odiosa.
    Ho adorato Thranduil, e mi sono piaciute tantissimo le scene con Bard. Bard poi è il mio personaggio preferito di questa trilogia.
    Una piccola constatazione: la scena tra lui e Legolas mi ha fatto pensare che i due attori si sono ritrovati sullo stesso set dopo i Moschettieri e a me piacciono queste rimpatriate.
    Forse, ciò che mi è mancato è la canzone dei titoli di coda. Non era incisiva e forse dovrei risentirla, ma al primo ascolto non mi è piaciuta molto. Dal momento che l'interprete era Pipino, il paragone con The edge of night è immediato, ma questo paragone davvero non esiste.
    Richard Armitage è un attore da Oscar e ha reso la pazzia di Thorin in maniera eccellente, ma non solo lui: tutti gli attori sono stati perfetti.
    Ah, quando ho fatto i biglietti mi hanno regalato un mega-poster del film che non vedo l'ora di appendere in camera <3

    Voto: 10

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    Perfetto, grazie a voi per la richiesta!! **

    -chiudo-
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    Ciao!! Accettato con piacere ** Inserisco subito il banner, avvisate quando avrete fatto altrettanto (:
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    Aww grazie mille!! **
    Aggiungo, e grazie per la partecipazione!! **
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    Il libro si apre nel momento in cui Thomas protagonista degli altri romanzi, sta per entrare nella scatola, per poi arrivare nella radura. Il libro a questo punto torna indietro di 13 anni, al momento in cui la terra viene investita dalle eruzioni solari, che porteranno alla sua quasi distruzione, i protagonisti sono Mark e Trina due adolescenti che nel momento in cui si verificano le eruzioni, si trovano nel "Subtransito" della città di New York, la storia della loro fuga è raccontata a pezzi, tramite i sogni di Mark, che ricorda quei duri momenti, e le difficoltà attraversate per fuggire non solo dalla città che si sta surriscaldando, ma anche dalle persone che lottano per sopravvivere, la fuga dalla città avverrà insieme ad altri compagni di viaggio, due ex militari, Alek e Lana, ed altri adolescenti.. I due sono riusciti a fuggire, rifugiandosi sui monti Appalachi, insieme ad altri che si trovavano con loro nei sotterranei. Il gruppo dei sopravvissuti, si è rifugiato in un villaggio improvvisato sui monti ed ha in programma di lasciarlo per cercare un luogo migliore dove vivere, poco prima della partenza, per la prima volta da un anno, arriva una "Berga", è il primo contatto con la tecnologia che le persone vedono da quando si sono scatenate le eruzioni. Inizialmente tutti gli abitanti del villaggio pensano che sulla Berga, ci siano persone che sono venuti per salvare le persone, ma ben preso si rendono conto, che sopra vi sono persone intenzionate ad uccidere, infatti mentre la Berga sorvola il villaggio, dalla stessa degli uomini muniti di tuta sparano in direzione degli abitanti.
    CITAZIONE
    @ wikipedia

    ♥~♥~♥



    La fine della saga del Labirinto mi ha lasciato un'immensa amarezza addosso e quando ho saputo che sarebbe uscito il prequel ne sono stata a dir poco entusiasta: speravo ardentemente che questa storia riguardasse Newt, il mio personaggio preferito. Volevo vederlo ancora, magari leggere di quei due anni trascorsi nel Labirinto prima dell'arrivo di Thomas e Teresa. Dunque, per coccolare la mia illusione, non ho cercato alcuna informazione sulla trama della Mutazione, anche se il titolo mi lasciava supporre che, in realtà, non si sarebbe parlato di Newt e del Labirinto, bensì delle eruzioni solari e del virus degli Spaccati. Appena ho avuto un momento libero sono corsa in libreria per comprare la mia copia (e devo confessare che un pochino ho temuto di incappare in un altro errore di stampa, come nella Rivelazione che mi aveva tagliato una delle parti più importanti relative a Newt per poi incollarle dopo una quarantina di pagine).
    Prima di buttarmi sulla Mutazione ho deciso di prendermi una pausa da Dashner ed infatti ho letto prima Heidi e poi L'ultima fuggitiva, ma non sono riuscita a resistere oltre al richiamo di questa storia e così, invece di buttarmi sul Piccolo Lord com'era nei miei programmi visto che volevo immergermi nell'atmosfera natalizia, ho aperto La Mutazione.

    La mutazione
    9hTGeyi



    Qui parlerò delle mie impressioni riguardo questo romanzo.
    Non credo di fare alcuno spoiler se apro il mio commento dicendo che nella Mutazione non si parla di Newt. Né degli altri Radurai.
    Il romanzo è ambientato tredici anni prima rispetto agli eventi della trilogia principale e racconta l'inizio della fine. È stato davvero appassionante! Quando ho iniziato a leggerlo, credevo che avrei sentito la mancanza dei Radurai, di Minho e Newt, invece i due protagonisti, Mark ed Alec hanno saputo farsi amare da subito.
    Da questo momento inizieranno gli spoiler e vi consiglio di non proseguire nella lettura se non avete ancora finito la trilogia principale e men che meno se non avete ancora letto La Mutazione.
    Ho adorato il fatto che l'inizio riprendesse Thomas e Teresa: è stato un filo conduttore davvero ben congegnato e complimenti a Dashner che mi ha fatto sentire nostalgia della trilogia principale.
    Dopo il prologo, comunque, la storia prende vita, sviluppandosi in modo completamente distaccato rispetto alla trilogia del Labirinto. Penso che sia tranquillamente possibile leggere La Mutazione senza aver letto la saga principale: nessun dettaglio viene trascurato.
    I personaggi vengono presentati davvero bene, anche se io ho fatto fatica ad affezionarmi a loro perché, lo ammetto, ancora stavo pensando a Newt. Era impossibile, dal momento che la trama segue un altro filone, ma mi aspettavo un piccolo Newt sbucare da un momento all'altro. Ci ho sperato tantissimo quando Mark ed Alec sono entrati nel quartier generale delle Berghe, ma, sfortunatamente, non sono stata accontentata.
    Comunque, pagina dopo pagina ho imparato ad apprezzare sia Alec che Mark.
    Questo romanzo è forse più brutale rispetto alla trilogia principale, ma era comprensibile: i Radurai erano controllati dalla CATTIVO e sottoposti a delle prove che, per quanto terribili, erano comunque gestite dalla CATTIVO, mentre i sopravvissuti, questa volta, erano innanzi alla fine del mondo e, ancora peggio, ad un risvolto drammatico ad opera dell'uomo.
    Vengono date diverse spiegazioni, specie la rivelazione relativa all'Eruzione: nella trilogia del Labirinto, se non ricordo male, veniva spiegato che tale virus era fuoriuscito in seguito alle eruzioni solari, in realtà era stato l'uomo a metterlo in circolo per ridurre la popolazione. Mi ha ricordato la seconda stagione della serie Under the dome e, come quando ho guardato quella serie, ho provato lo stesso schifo. Dashner è riuscito, quindi, a coinvolgermi e a farmi sentire parte della storia.
    Allo stesso modo, sono stata disperata quando Mark ha iniziato ad avvertire le prime avvisaglie del virus. Ero convinta che fosse immune! E lo stesso Trina ed Alec! Insomma, speravo che il quartetto (Mark, Alec, Lana e Trina) si sarebbe salvato. Quando poi Lana è morta mi sono detta che andava bene ugualmente, perché dopotutto siamo in un contesto post-apocalittico e ci stava. Ho pensato lo stesso quando Trina si era ammalata, ma davvero non sono riuscita a farmi andare bene la malattia di Mark e di Alec. Loro dovevano sopravvivere! Però, mettendo da parte i sentimenti, sarebbero sopravvissuti per quanto in un mondo sconvolto dal virus e pieno di Spaccati? Se anche fossero riusciti a raggiungere l'Alaska da immuni, avrebbero lavorato per la CATTIVO. Beh, forse quello scenario non mi sarebbe dispiaciuto, almeno sarebbero rimasti con Deedee.
    Ecco, Deedee: a parte che quel nome è favoloso (è come mia sorella chiama me, paragonandomi alla Deedee di Dexter e quindi non potevo non affezionarmi alla bambina), ho sospettato che fosse Teresa nel momento in cui ho capito che era una Mune.
    Insomma, dopo che si è scoperto che era stata ferita dal dardo avvelenato e che non mostrava alcun segno di pazzia ho fatto un paio di conti e immaginato che potesse essere lei.
    Deedee dunque mi ha fatto piacere Teresa, una cosa che credevo impossibile!
    So che Dashner sta lavorando ad altri due prequel e non vedo l'ora di leggerli!
    La Mutazione mi è piaciuto davvero molto: è stato valido e all'altezza della saga, originale ed accattivante!

    Voto: 10
  7. .

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    Trama:
    Giacomo è un broker convinto che ci sia "un solo obiettivo nella vita: mandare la palla in buca". Giovanni è il suo maggiordomo tuttofare, aspirante guerriero ninja e innamorato della domestica venezuelana Dolores. Aldo è il venditore ambulante che Giovanni, nel ruolo di autista di Giacomo, investe in pieno. Invece di rimborsargli il danno, Giacomo trasforma Aldo in un servo tuttofare, fino a quando il principale investimento del broker (nello stato libero del Burgundy) cade vittima di un colpo di Stato. Da quel momento i tre malcapitati devono unire le forze per tirarsi fuori dai guai.
    Aldo, Giovanni e Giacomo tornano dietro la cinepresa, questa volta affiancati da Morgan Bertacca, per confezionare il loro film di Natale, e scelgono con un certo coraggio di strutturare la loro comicità intorno al quantomai attuale (e doloroso) tema del fallimento, tanto quello economico quanto quello personale, poiché per molti oggi i due coincidono. La morale del film fa invece un distinguo fra denaro e identità, e rifiuta la dicotomia perdenti/vincenti, in quanto categorie soggettive e riduttive.
    Qui c'è tutto l'universo del trio: la Milano dei quartieri, la goffaggine di Aldo, la petulanza di Giacomo, il buon senso meneghino di Giovanni, e quello spirito garbato a metà fra il goliardico e il naif che trova anche ne Il ricco, il povero e il maggiordomo momenti di comicità, soprattutto nelle scene in cui i tre sono costretti ad una convivenza forzata sotto lo sguardo truce della madre di Aldo. La forza comica di AGeG, fin dai tempi del cabaret, sta proprio nel comprimere tre personalità diverse in uno spazio angusto facendole inciampare l'una nell'altra. Per questo non appena i tre escono da quello spazio comune, o lo spazio si allarga, la loro comicità perde coesione e originalità. Il ricco, il povero e il maggiordomo alterna fra i due estremi: lavoro di squadra e assoli, i primi spesso divertenti, i secondi immancabilmente puerili.
    La regia si avventura lungo sentieri (per il trio) inesplorati, creando "entrate in scena" originali, ma resta ancorata ai codici televisivi, senza grandi guizzi. Anche il ritmo narrativo è quello caratteristico dei tre: mai troppo veloce, talvolta "sbullonato", aperto alle occasionali improvvisazioni. La vera marcia in più sono gli attori di contorno - Giuliana Lojodice nel ruolo della mamma di Aldo, facilmente riconducibile allo stereotipo dell'arpia castrante e invece interpretato con umanità e spiragli di dolcezza; Massimo Popolizio nei panni di un burbero prete da oratorio (ma quando daranno a questo grande attore un film tutto suo?); Guadalupe Lancho nelle forme procaci di Dolores, cui regala tempi comici precisi e una verve "latina" mai eccessivamente macchiettistica.
    CITAZIONE
    @My Movies

    Commento Personale:
    Si può sempre fare affidamento su Aldo, Giovanni e Giacomo se si vuole ridere e trascorrere un paio d'ore nell'assoluto divertimento. Anche questo film non ha deluso le aspettative di tutta la mia famiglia. Lo abbiamo visto la sera della Vigilia e, per quanto Il ricco, il povero e il maggiordomo non sia un film di Natale, è stato un ottimo modo di trascorrere le ore che precedevano lo scoccare della mezzanotte.
    Il film è come sempre ironico, divertente senza tuttavia mancare di sentimento. In una parola, è esattamente come una commedia dovrebbe essere.
    Lo consiglio a chiunque non sia sprovvisto di ironia: una pellicola da vedere assolutamente se volete ridere!

    Voto: 10

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  8. .
    È il 1850 quando Honor e Grace Bright si imbarcano sull'Adventurer, un grande veliero in partenza dal porto inglese di Bristol per l'America. L'aria smarrita di chi non è avvezza ai viaggi, il bel volto offuscato dal mal di mare, Honor Bright sa che non rivedrà mai più Bridport, il paese in cui è nata, nell'istante in cui la nave si allontana dalle verdi colline del Dorset. Troppo grande è il mare e troppo lontano è Faithwell, il villaggio dell'Ohio in cui Adam Cox, un uomo anziano e piuttosto noioso, attende sua sorella per prenderla in sposa. L'irrequieta Grace ha allacciato una corrispondenza epistolare con lui, culminata poi con la proposta di matrimonio, con l'intento di lasciarsi alle spalle l'angusta vita della piccola comunità di quaccheri in cui è cresciuta e abbracciare così nuove avventure. Honor Bright non condivide lo spirito temerario di Grace, ma Samuel, il suo promesso sposo, ha rotto il fidanzamento e la prospettiva di vivere in mezzo all'altrui compassione l'ha spinta a seguire la sorella al di là del mare. Una volta giunte in Ohio, tuttavia, a un passo da Faithwell, Grace si ammala di febbre gialla e, tra le misere mura di un albergo, muore. Honor Bright si ritrova così sola in una nazione enorme ed estranea, divisa da un immenso oceano dall'amato Dorset. Non le resta perciò che Adam Cox come unica ancora di salvezza. A Faithwell, tuttavia, viene accolta con freddezza dall'uomo e dalla cognata vedova.
    CITAZIONE
    @ ibs

    ♥~♥~♥



    Non ricordo dove, ma qualche tempo fa avevo letto la scheda di questo romanzo e la trama aveva suscitato il mio interesse, così ho subito inserito L'ultima fuggitiva nella mia lista di libri da leggere.
    Quest'anno, durante il periodo del mio compleanno, ho, come sempre, consegnato alle mie amiche una sorta di elenco con varie cose che mi sarebbero potute piacere se mi fossero state regalate. Tale elenco è in realtà composto dalla lista di libri da leggere unito alla lista di dvd che vorrei, dunque non è che sia poi così particolare (in realtà questa cosa della lista ci è venuta in mente dopo anni di regali di compleanno e di Natale: eravamo giunte al punto di non avere la più pallida idea di cosa scambiarci durante le ricorrenze!).
    E dunque, quest'anno dalla mia lista sono stati scelti L'ultima fuggitiva e il blu-ray di Anna Karenina (film che avevo visto al cinema e che mi sarebbe davvero piaciuto poter rivedere ogni volta che volevo a casa).

    L'ultima fuggitiva
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    Qui parlerò delle mie impressioni riguardo questo romanzo.
    Dopo aver finito di leggere Heidi mi sono buttata su L'ultima fuggitiva. Di questa autrice conoscevo già La ragazza con l'orecchino di perla, dunque non mi era sconosciuta.
    Il suo stile è fluido e scorrevole. È un piacere leggerla. Racconta le sue storie in modo diretto, senza giri di parole, immediato. Forse le descrizioni non sono il suo forte, difatti mi sarebbe piaciuto conoscere meglio le varie ambientazioni, così come avrei voluto avere una descrizione più precisa di come appaiono fisicamente i personaggi della vicenda, tuttavia la Chevalier fornisce i dati essenziali per figurarci tali personaggi in mente. Al resto, immagino, supplisce la fantasia del lettore.
    La storia mi ha subito conquistato: inizia con due sorelle inglesi in viaggio verso l'America. Tuttavia non ho fatto in tempo ad affezionarmi alle due che una di loro muore! Ci sono rimasta davvero male, anche perché la sua dipartita non è preannunciata: un momento prima attraversavano l'America per raggiungere il promesso sposo di una e un momento dopo si legge la lettera inviata dalla sopravvissuta ai genitori per comunicare loro la tragedia.
    Il romanzo, difatti, è strutturato in questo modo: ogni capitolo si conclude con una lettera scritta o ricevuta da Honor, la protagonista. È una scelta originale che mi è piaciuta davvero molto!
    Honor dunque si trova da sola in una terra sconosciuta e il suo unico contatto è l'uomo che la sorella avrebbe dovuto sposare. Dopo poco incontra Donovan, un personaggio che mi ha ricordato sotto tutti i punti di vista Damon Salvatore (non è un vampiro, però!). Insomma: insopportabile! Già quell'incontro mi puzzava di storia d'amore e speravo con tutte le mie forze che la trama non sarebbe stata così scontata, anche perché lui non mi piaceva per niente!
    Ora, non andrò avanti a rivelare dettagli riguardo la trama per non anticipare nulla nel caso in cui qualcuno che desideri leggere il libro si ritrovi davanti a questo commento, dirò solo che mi è piaciuto molto questo romanzo.
    L'ho trovato originale per la scelta dei personaggi (Honor è una quacchera). Personaggi originali a parte Donovan che, appunto, mi dà l'orticaria a causa della sua somiglianza con il fratello Salvatore insopportabile.
    La storia è appassionante e scorrevole, si legge che è un piacere! Non ci sono colpi di scena eclatanti (a parte alla fine), non è un libro al cardiopalma, ma più che altro un estratto di vita di un personaggio che sarebbe potuto esistere realmente. È tutto molto verosimile e per questo ancora più interessante.
    Ho imparato molto su argomenti di cui so un po' poco, ossia lo schiavismo, la vita in America durante l'Ottocento e la preparazione di trapunte!
    Un bel libro, dunque. Consigliato a chi ha voglia di leggere un estratto di storia verosimile, ma non aspettatevi chissà quali evoluzioni nella trama.

    Voto: 8
  9. .

    HEWirL3



    Dream House è un film del 2011 diretto da Jim Sheridan.

    Trama
    Dopo la festa d'addio tenuta in ufficio, finalmente Will Atenton e sua moglie Libby si trasferiscono assieme alle figlie in quella che sembra essere la casa dei loro sogni, a Morgan Creek, nella città di New Ashford (Massachussets). Ma il loro sogno però va in frantumi quando la coppia inizia a sentire strani rumori in casa. Dopo aver trovato un gruppo di ragazzi che compivano riti macabri in cantina, Will scopre che alla villa è accomunata una tragica storia. Indagando scopre che in quella casa, cinque anni prima, Peter Ward uccise la moglie e le due figlie e nonostante si fosse confessato innocente fu rinchiuso in un manicomio. Letto sul giornale che quest'uomo è in libertà, si reca anch'egli al manicomio per sapere la verità. Da alcuni giorni infatti le bambine sostenevano di vedere in giardino una figura nera e Will teme che quell'uomo possa voler tornare a casa e fare del male alla sua famiglia. Arrivato al manicomio, il direttore gli mostra dei video del suo paziente e finalmente Will scopre la verità.

    Lui è Peter Ward, il padre assassino. Rifiutando la verità, Peter si era creato una nuova identità non potendo sopportare l'idea di aver ucciso la sua famiglia. Infatti il nome che usa adesso, "Will Eightenten", è semplicemente una sua interpretazione della sigla alfanumerica del braccialetto (W-1-l-l / Will, 8-10-10 / Eight-Ten-Ten) che portava al polso durante la degenza all'ospedale psichiatrico. Durante un giro nell'ospedale riconosce nei pazienti i suoi "colleghi" dell'ufficio dove lavorava (o dove credeva di lavorare). Confuso e scioccato dalle numerose scoperte però Peter/Will non riesce a ricordare niente della notte della strage anche a causa di una ferita di arma da fuoco che gli fu procurata dalla moglie. Decide pertanto di vivere in quella casa, volendo ardentemente scoprire la verità anche a costo di scoprire di essere lui stesso il colpevole. A casa si fa aiutare dalla moglie che sta rivivendo i suoi ultimi giorni di vita e che non riesce ad accettare l'idea di essere morta. La città intanto si scaglia contro Will ritenendolo un assassino. L'unica che gli offre conforto e la sua vicina di casa, Ann, la migliore amica di Libby che crede fermamente alla sua innocenza.

    Un giorno quest'ultima si reca a casa sua e finalmente Will ricorda: non fu lui a uccidere la sua famiglia ma un assassino con il quale ebbe un corpo a corpo. Pur avendo la meglio, Libby, ormai morente, prese la pistola e nel tentativo di sparare al suo assassino colpì Will permettendo all'uomo di scappare. Anche Libby ricorda finalmente tutto, ma nello stesso momento Will e Ann vengono attaccati da Jack, l'ex marito di quest'ultima, e dall'uomo che uccise la sua famiglia. Jack aveva infatti pagato un uomo affinché uccidesse la moglie in modo da poter intascare l'assicurazione attraverso la custodia della figlia. Ma cinque anni prima l'uomo sbagliò casa e trovandosi di fronte Will sparò all'impazzata facendo una carneficina. Con il ritorno di Will, Jack rivide la possibilità di riportare a termine quel piano, uccidendo la moglie e facendo ricadere la colpa su Will. Portati in cantina Jack uccide il suo complice e dà fuoco alla casa. Ma Libby riesce a svegliare Will in tempo e quest'ultimo salva Ann portandola fuori dalla casa in fiamme mentre Jack rimane intrappolato.

    Non volendo abbandonare Libby, Will torna in casa dove rivede per l'ultima volta la moglie e le figlie. Libby lo esorta ad andarsene e dopo avergli dato un bacio e detto addio, alla fine scompare con le bambine permettendo a Will di continuare a vivere. Il film si conclude con Peter che osserva una vetrina dove è esposto il suo libro: "Dream House".
    CITAZIONE
    @ wikipedia

    Commento Personale:

    Mia sorella aveva visto questo film una vita fa e mi ricordo che mi aveva detto che era bellissimo. Non ho mai avuto modo di sincerare il suo giudizio fino all'altro giorno quando su Canale5 lo hanno trasmesso. Ho poi scoperto che pure mia madre lo aveva già visto (assieme a mia sorella), dunque tutte le congetture che esponevo durante la visione rimanevano senza risposta perché si sono trincerate dietro un silenzio divertito conoscendo già il finale.
    Premetto che adoro il cast scelto: da Daniel Craig, passando per Rachel Weisz e concludendo con Naomi Watts. Attori davvero fenomenali! E difatti il loro stile si sente: hanno recitato tutti divinamente.
    La storia è appassionante e avvincente: avrò cambiato una decina di idee man mano che la trama si svolgeva e il finale poi mi ha davvero sorpreso!
    Viene definito un horror, ma non lasciatevi ingannare: non fa affatto paura, anzi, se volete una storia per nulla scontata bensì appassionante interpretata da un cast di tutto rispetto, non lasciatevi sfuggire Dream House!

    Voto: 10

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  10. .
    Robyn Owens
    IkZt7Nm

    G
    rant dispose generose fette sui piatti di plastica dietro il benestare di Andrew, e ce le porse con un atteggiamento da grande chef, anche se l'unica cosa di grande, lì, erano le porzioni di torta. Guardai la mia chiedendomi quando mai sarei riuscita a finirla. Sembrava deliziosa, certo, ma era pur sempre una quantità immensa. In effetti, Grant era un colosso, perciò immaginavo che mangiasse molto più di me, quindi forse quella porzione era su misura per lui.
    Anche Angel ricevette il suo dolce e lo guardò con espressione meravigliata. Dopotutto, era sempre un bambino. Nonostante tutto quello che aveva passato, rimaneva davvero solo un bambino a cui piacevano i dolci.
    Gli Harding avevano un dono particolare: riuscivano a far sentire chiunque parte della famiglia: l'entusiasmo di Grant e la disponibilità di Andrew erano in grado di mettere le persone a proprio agio. Ogni volta che trascorrevo del tempo in loro compagnia, infatti, mi sentivo come parte della loro famiglia. La loro capacità di regalare sensazioni simili era dunque davvero preziosa e impareggiabile.
    Non dimenticavo che sia Andrew che Grant erano mortali, eppure accettavano la mia magia, mi trattavano come se non fossi diversa. Era un'esperienza nuova per me: prima d'ora, gli unici mortali che erano a conoscenza della mia natura e non mi consideravano una sorta di figlia del Demonio erano mio padre e Patrick.
    Il mio sguardo scivolò dai due fratelli alla torta che giaceva nel mio piatto e che aspettava di essere assaggiata. Con un sorriso me la portai alle labbra e diedi un morso. Era davvero buonissima! Decisamente doveva essere opera di un pasticcere: non credevo infatti che Grant o lo stesso Andrew avessero preparato quel dolce con le loro mani.
    Non conoscevo le pasticcerie di Monila: non avevo occasione di recarmici e quando con le ragazze avevamo bisogno di acquistare delle paste andavamo generalmente in quella di Ragoon Island (l'unica dell'isola, ma fortunatamente la qualità delle sue produzioni era soddisfacente), ma nel caso in cui mi sarebbe servita quell'informazione avrei potuto tranquillamente chiedere ad Andrew.
    Manifestai poi il mio apprezzamento per il dolce, rivolgendomi ad Andrew.
    «È buonissima! L'hai scelta tu?». Non sapevo infatti se quel tipo di torta fosse il preferito di Andrew, se avesse indirizzato il fratello nella decisione o se fosse tutta opera di Grant. Desideravo ampliare le nozioni che avevo su di lui: volevo conoscere altri dettagli sui suoi gusti, sulle sue opinioni e perché no? Avrei potuto partire da quale fosse la sua torta preferita.
    strega // 24 anni // studentessa di filosofia// OUTFIT // jaimie alexander // scheletro © xxx
  11. .
    Ho conosciuto Ilaria grazie ad una pagina facebook dedicata ai romanzi fantasy, urban fantasy e romance. Un ragazzo aveva chiesto consigli riguardo libri ambientati in Irlanda ed io avevo commentato il suo post dicendo che anche io ero interessata alle risposte che avrebbe ricevuto. Poco dopo sono stata contattata da questa ragazza che mi ha proposto di leggere il suo romanzo, Love Vampire, che è ambientato a Cork. Coincidenza! Anche Robyn, una delle tre protagoniste del mio romanzo proviene da Cork! Abbiamo parlato un po' dei nostri libri e alla fine abbiamo deciso di scambiarceli: io le avrei spedito BNL e lei Love Vampire.
    Proprio oggi Ilaria ha postato sul suo blog la recensione a BNL che ha ottenuto il punteggio massimo!! **

    CLICCAMI PER LEGGERE LA RECENSIONE

  12. .
    ahahahah Tess è senza filtri e la amiamo per questo (?) :wub:
    Grazie!! <3
  13. .

    3t72jfh



    Trama:
    Nel prologo, ambientato al Polo Sud, i giovani pinguini Skipper, Kowalski e Rico si allontanano dal loro branco per salvare un uovo da delle foche leopardo affamate. Dall'uovo, pochi minuti dopo esce il piccolo Soldato e i quattro pinguini abbandonano l'Antartide e partono per l'oceano a bordo di un iceberg, alla ricerca di avventure.

    Tornati al presente, i quattro pinguini stanchi della vita del circo (si vedono infatti, in controluce, le figure dei quattro protagonisti della serie Madagascar che danzano continuando a ripetere all'infinito la stessa canzone) decidono di andarsene. Ormai sono diventati una squadra molto ben organizzata e entrano di nascosto a Fort Knox, per mangiare degli snack al formaggio introvabili nel resto del mondo. Lì però vengono rapiti e portati a Venezia nel covo del dottor Octavius Brine, un grosso polpo di nome Dave travestito da essere umano: anni prima era una star dello zoo di Central Park, ma era stato messo in ombra e dimenticato a causa dell'arrivo dei pinguini. Dichiara di essere deciso a vendicarsi ricorrendo a un siero di sua invenzione, che il team di pinguini riesce però a rubare. Dopo essere stati inseguiti per i canali di Venezia dagli sgherri del polpo, i pinguini vengono salvati dai membri di "Vento del Nord" (capitanati da un lupo artico), un’organizzazione super-tecnologica che si occupa di difendere gli animali in difficoltà.

    Quando gli agenti del “Vento del Nord” scoprono che il malvagio polpo ha prodotto enormi quantità di siero, decidono di occuparsi di lui per conto proprio e ordinano ai pinguini di non intromettersi. Skipper e il suo team, però, fuggono dall'aereo dove erano stati caricati e finiscono a Shanghai, dove scoprono che il polpo sta rapendo pinguini dagli zoo di tutto il mondo e che la sua prossima tappa è proprio Shanghai. Nel tentativo di fermarlo, Soldato viene rapito insieme agli altri pinguini dello zoo cinese. Skipper, tormentato dal rimorso, decide di lasciar intervenire gli agenti di “Vento del Nord”, che hanno elaborato un piano per salvare tutti i pinguini rapiti; il polpo però riesce a catturare loro e il team di pinguini.

    Dave mostra ai suoi prigionieri il suo piano: usare il siero e un macchinario per trasformare tutti i pinguini in mostri deformi, per terrorizzare gli esseri umani. Soldato riesce a scappare, ma Skipper, Rico e Kowalski vengono trasformati in mostri insieme agli altri pinguini e seminano il caos a Manhattan. Dopo aver liberato il team “Vento del Nord”, Soldato riesce a collegarsi al macchinario di Dave e grazie alla sua "carineria" riesce a far tornare normali tutti i pinguini, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione del resto del team.
    CITAZIONE
    @ wikipedia

    Commento Personale:
    Ho visto il trailer di questo film quando sono andata a vedere Il canto della rivolta - Parte 1 e mi ha fatto davvero ridere, così abbiamo deciso che non potevamo perdercelo! Ieri sera siamo andate a vederlo e il trailer non ci ha tratto in inganno: il film è stato divertentissimo!
    Ho sorriso un sacco, dall'inizio alla fine. Davvero spiritoso e ironico. Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di farsi quattro risate e di trascorrere un'ora e mezza in allegria.

    Voto: 10

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  14. .
    Svizzera 1800. Heidi ha 5 anni e vive con sua zia Dete a Bad Ragaz, da quando i genitori sono deceduti: il papà Tobias, carpentiere, morto sotto una trave, la mamma Adelaide, sorella di Dete, morta di crepacuore. Ora è morta anche la nonna materna di Heidi, e Dete, che ha trovato lavoro presso una famiglia ricca di Francoforte, non sentendosela di portarsi dietro anche la bambina, decide di portarla dal nonno, il padre di Tobias, un uomo solitario che ha deciso, nel corso della sua vita, di isolarsi in una baita sul costone di un monte, spazzata quindi ad ogni ora e in ogni stagione dal forte vento alpino. La baita è dipendenza del paese di Dörfli, dove tutti sparlano di tutto e, naturalmente, del vecchio, che nel libro è conosciuto solo come "vecchio dell'alpe".

    Tutte le persone che Dete incontra, durante la sua salita da Maienfeld a Dörfli e da qui all'alpe, si preoccupano di cosa possa capitare alla bambina, così piccola, sola con quel vecchio scorbutico, nessuno volendo sapere davvero cosa nasconda tale scontrosità. Heidi è una bambina del tutto aperta alla novità, senza alcun motivo di pregiudizio, candida e innocente, ma dall'altro canto il vecchio si dimostra per quello che è, un nonno premuroso, accogliente, capace di educare, di farsi ubbidire, coscienzioso e sicuro di sé. Sicché, a dispetto di quello che tutti pensano, Heidi si trova subito bene da sola col nonno sull'alpe, molto meglio di come avesse vissuto i suoi primi anni di vita a Bad Ragaz.

    Oltre al nonno, le sole altre persone con le quali fa conoscenza sono Peter, il pastore poco più grande della bambina che guida le capre di tutto il villaggio al pascolo, sua madre Brigida e la nonna cieca di Peter. I tre vivono in una casupola diroccata fuori dal paese, a metà strada tra Dörfli e l'alpe, non sulla costa, ma in una zona abbastanza riparata, cosa che permette al rudere di stare in piedi.

    Passano almeno due anni nei quali Heidi scopre e impara tutto quello che un buon pastore di montagna deve sapere: sa guidare le capre, sa mungere, preparare il formaggio, conosce il nome di tutti i fiori, delle erbe e degli animali, ma non sa né leggere né scrivere. Più volte il maestro e il parroco del paese tentano di comunicare al vecchio la necessità per la bambina di seguire l'iter educativo dei suoi coetanei, ma il nonno non sente ragioni, avendo paura che Heidi in qualche modo "corrompa" la naturalezza della sua innocenza. Ma Dete, che ha già avuto ruolo fondamentale nel cambiare drasticamente la vita di questa microcomunità montana, torna sulla scena per prendersi con la forza e l'inganno la bambina e portarsela a Francoforte, dove la famiglia Seseman, amici dei signori per i quali Dete lavora, sono lieti di accogliere la piccola.

    Casa Seseman è una fredda dimora di benestanti signorotti locali, gestita dalla signora Rottenmeier, la governante che si trova a capo dei tre servitori e sovraintende all'educazione di Clara, la rampolla dodicenne, costretta sulla sedia a rotelle poiché affetta da poliomielite. La madre di Clara è morta da tempo e il padre è un affarista, sempre in giro, lontano da casa (spesso a Parigi). Qualche volta viene a trovare la nipote l'arzilla nonna paterna, la signora Seseman, che abita però lontano, nell'Holstein. Sicché, il signor Seseman decide di trovare una compagna di studi per Clara e, avendo conosciuto, attraverso amici, la cameriera svizzera Tinette, la scelta cade su Heidi.

    La bambina si sente però come un pesce fuor d'acqua, non conoscendo alcun aspetto della vita cittadina, in particolare in una casa alto-borghese. Ma, soprattutto, non trova per niente accomodante lo stile pedagogico della signora Rottenmeier, per la quale ogni minima azione di Heidi è motivo di scandalo e rimproveri.

    Pur trovandosi molto bene con la sua nuova amica Clara, Heidi non può fare a meno di essere malinconica, desiderando con tutte le sue forze di tornare alle sue montagne. Tenta anche di scappare, inutilmente. Non mangia e inizia pian piano a deperire, fino a quando il medico amico dei Seseman, il dottor Classen, non si accorge di quanto sia oggettivamente peggiorata la salute della piccola e decide, di comune accordo col padre di Clara, di rimandarla, per il bene suo, alla casa di montagna, dal nonno. Clara ci rimane molto male, ma le viene promesso che un domani sarebbe potuta andare a trovarla.

    La vita all'alpe ritorna a colorarsi grazie alla presenza di Heidi e il nonno, addirittura, inizia a parlare coi familiari di Peter, col parroco e persino con le persone del paese. È ormai autunno, e a Clara non viene permesso di raggiungere l'amica, poiché le giornate iniziano a farsi corte e fredde, ma il signor Seseman propone all'amico dottore di farsi una vacanza a Dörfli per valutare bene la situazione logistica, così da decidere se la prossima estate Clara possa lì trasferirsi. Il dottore accetta anche per cercare un momento di distrazione, per allontanarsi qualche giorno da quella città che qualche settimana prima gli aveva sottratto moglie e figlia.

    Poiché il giudizio del dottore, al fine, è positivo, Clara il giugno seguente può salire sull'alpe con la nonna, mentre la signora Rottenmeier rimane a Francoforte. Le due amiche, col nonno e le caprette, si divertono molto, mentre Peter, sentendosi per la seconda volta derubato della sua unica amica, non riesce a reprimere il suo rancore e, in un momento in cui sa di non esser visto da nessuno, fa precipitare la carrozzella di Clara dai pendii del monte, così da romperla, dando poi la colpa al vento. L'avvenimento è in realtà lo stimolo per tutti a spingere Clara a camminare da sola, cosa che non si fa attendere: la ragazza, avendo vissuto gran parte della sua vita in città, e soprattutto chiusa in casa, è persistentemente sopraffatta dalla bellezza delle montagne e del vivere all'aria aperta, trovando in ciò il bisogno naturale di muoversi da sola.

    CITAZIONE
    @ wikipedia

    ♥~♥~♥



    Quando ero bambina i miei genitori mi avevano regalato la videocassetta della miniserie Disney di Heidi. È un film che amo (a differenza del cartone animato che non mi è mai piaciuto tanto) e che almeno una volta all'anno mi riguardo. In questo periodo, complice il clima natalizio, mi è venuta nostalgia di Heidi e così l'altro giorno in famiglia ce la siamo rivista. Una volta terminata la visione mi è venuta voglia anche di leggere il romanzo. Non so perché questo desiderio sia comparso ora, a distanza di anni da quando ho conosciuto Heidi la prima volta. Sabato scorso, in fiera, c'era una bancarella di libri a prezzo stracciato e sono stata così fortunata da trovare il romanzo che cercavo a meno di cinque euro! Non potevo non acquistarlo!

    Heidi
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    Qui parlerò delle mie impressioni riguardo questo romanzo.
    Premetto che la copertina qua sopra non è quella della mia edizione (purtroppo non sono riuscita a trovarla).
    Sono affezionatissima alla miniserie tratta da questo romanzo e principalmente ho deciso di leggere il libro per rivivere le emozioni straordinarie che la trasposizione cinematografica mi ha fatto provare e, inoltre, per conoscere qualche dettaglio aggiuntivo sulla storia. Ho letto questo libro in soli quattro giorni! È stato bellissimo rituffarmi in questa storia, sebbene l'abbia trovata molto diversa dal film.
    È più che altro simile al cartone animato (che a me non ha mai entusiasmato).
    Credo che questo sia il secondo caso che mi è capitato in cui il film sia nettamente migliore rispetto al libro. La Heidi cinematografica è speciale, unica, qui invece non mi ha suscitato lo stesso affetto.
    Non ci sono episodi aggiuntivi rispetto alla trama del film, è solo diverso. È meno elegante, meno raffinato e Clara non è odiosa come sulla pellicola! Praticamente nel romanzo si vede poco o nulla, è praticamente inesistente!
    Sono contenta di aver letto il romanzo e sono ancora più contenta che il film sia più bello! Da quanto lo adoro, se avessi scoperto che avevano saltato dei punti o che il romanzo aveva qualcosa in più ci sarei rimasta davvero male.
    Ora, non so quanto il mio giudizio sia obiettivo e quanto io sia riuscita a non farmi influenzare dall'amore che provo per la storia di Heidi, ma ho trovato il libro scorrevole, divertente e ho riso un sacco a fare i paragoni tra il romanzo e il film!
    Lo stile è semplice e si legge volentieri: non è affatto pesante. Adoro le descrizioni delle montagne e ci ho rivisto i luoghi dei parenti di mio padre: la mia amata Valle Brembana <3
    Si tratta di un romanzo per giovanissimi, ma nulla toglie la possibilità di leggerlo a qualsiasi età!

    Voto: 9
  15. .
    Robyn Owens
    IkZt7Nm

    A
    nnuii convinta al commento di Andrew.
    «Certo! È così che funziona ai compleanni!» gli ricordai giocosamente. Ecco, in quell'istante avrei voluto leggere nella sua mente. Che desiderio avrebbe espresso Andrew? Cos'era che desiderava di più? Potevo azzardare delle ipotesi: potevo supporre che desiderasse che Angel sarebbe sempre stato illuminato dalla Luce, che davvero Sally steesse bene laddove si trovava ora... Che Grant venisse scelto da qualche scout ed entrasse nel football giocato dai professionisti. Poteva desiderare più in generale che tutto andasse per il meglio, oppure avrebbe espresso un desiderio per se stesso? Magari tornare a camminare? Non avevo mai reputato l'incidente di Andrew un freno o una difficoltà, per me non faceva alcuna differenza, ma io non ero costretta su una sedia a rotelle e potevo immaginare che potesse essere frustrante sapere cosa si è perduto. Per non mancare di tatto non gli avevo mai chiesto niente al riguardo, solo ogni tanto gli domandavo come andasse la fisioterapia, nulla di più. Non volevo correre il rischio di riportargli alla mente l'origine della sua difficoltà o la sua difficoltà stessa, dunque lo trattavo come chiunque altro. Non avevo conosciuto Andrew prima dell'incidente, non lo avevo mai visto in piedi, non sapevo quale fosse il suo portamento, come camminasse. Non sapevo nemmeno quanto era alto, anche se ad occhio e croce immaginavo mi superasse di un bel po'. Era diverso l'Andrew sano dall'Andrew che avevo conosciuto io? Le conseguenze della morte di Sally quanto lo avevano cambiato? Sicuramente in qualche modo doveva essere cambiato, credevo che non si affrontasse una situazione simile senza mutare almeno un pochino, tuttavia credevo che egli non fosse stato poi così diverso dalla persona che avevo conosciuto. Non riuscivo ad immaginarmi un Andrew con un'altra personalità, anzi, ero piuttosto convinta che il mutamento che doveva per forza aver subito fosse di natura quasi irrilevante.
    La voce di Grant mi distolse dai miei pensieri: annunciò la torta piazzandola al centro del tavolino basso in fronte al televisore. Non era piena di candeline, solo due, a forma di numero, che scrivevano l'età compiuta da Andrew. Il dolce sembrava delizioso: era una torta alle noci e sentivo anche il profumo della crema pasticcera, dunque immaginavo ve ne fosse uno strato all'interno. Grant poi si chinò sul dolce per accendere le due candeline che, appena si riscaldarono, cominciarono a suonare la famosa Happy Birthday. Dovevo ammettere che il fratello di Andrew aveva fatto davvero le cose in grande, aveva curato ogni dettaglio.
    Mi ritrovai a pensare che quella era la prima vera festa dopo quanto accaduto a Giugno e dunque credetti che il compleanno del mio amico fosse anche una sorta di pretesto per festeggiare, per stare insieme e divertirsi, dunque si trattava di un pomeriggio ancora più speciale.
    «Sei fortunato a non dover soffiare su ventisette candeline» scherzai prima che Andrew potesse spegnere le due musicali. Ormai la somma degli anni iniziava a farsi sentire, per quanto riguardava l'affollamento sulle torte, ed era più difficile spegnerle tutte con un soffio solo.
    "È il tuo momento, Drew" annunciò poi Grant con un largo sorriso e assestando al fratello una sonora manata sulla schiena. Egli aveva già impugnato il coltello da dolce per tagliare poi la torta. Alla sua destra, sul tavolino, infatti, era già pronta una pila di piatti di plastica vicina ad alcuni tovaglioli di carta, bianchi.
    Era proprio una festa in famiglia, intima, e dunque consideravo il fatto di essere stata invitata un gesto ancora più prezioso e speciale.
    Mi piacevano queste occasioni semplici, senza pretese, dove niente veniva sprecato, nessun gesto o nessuna parola.
    strega // 24 anni // studentessa di filosofia// OUTFIT // jaimie alexander // scheletro © xxx
1485 replies since 11/9/2009
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